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EPICONDILITE

Prima di parlare di epicondilite occorre fare una precisazione. L’epicondilite è una delle cause dell’epicondilalgia, ovvero quella patologia causata dal dolore nella parte laterale del gomito, dovuta non dall’infiammazione dei tendini ma dalla degenerazione degli stessi.
L’epicondilite, anche chiamata gomito del tennista, è la prima causa di epicondilalgia. A dispetto del nome, del suffisso “ite”, le evidenze scientifiche attuali non riportano il quadro infiammatorio come causa principale della condizione dolorosa.
Al contrario, il quadro è prettamente degenerativo e caratterizzato prevalentemente da alterazioni dei tendini degli estensori del carpo e delle dita. Per questo appare improprio il termine epicondilite che richiama ad uno stato infiammatorio.
Così, come per tutte le tendinopatie del nostro corpo, le cause vanno ricercate in uno squilibrio funzionale tra stress imposto sulle strutture tendinee e muscolari e capacità di recupero dei tessuti stessi.

SOGGETTI A RISCHIO

I soggetti maggiormente a rischio sono coloro che svolgono attività manuali ripetitive: elettricista, musicista e mestieri dove si svolgono movimenti, sforzi, ripetuti che comportano l’estensione del polso e delle dita o la rotazione del polso contro resistenza (come ad esempio svitare un bullone).
Nel mondo del fitness lo stress funzionale può essere rappresentato da tutti quegli esercizi nei quali è coinvolta in maniera determinante una presa.
La prevenzione sarà data, dunque, dalla qualità del movimento e dal dosaggio (carico e volume allenante) per far si che lo stress imposto non superi la capacità di recupero.

MANIFESTAZIONE DEL DOLORE
L’epicondilite ha una manifestazione tipica evidenziata dal dolore laterale al gomito alla palpazione, dolore nell’effettuare una presa, specie con l’avambraccio in pronazione e dolore nell’effettuare estensioni di polso contro una resistenza esterna.
Per quanto riguarda la prognosi, l’85% dei casi di dolore svanisce spontaneamente entro un anno ed è caratterizzato da frequenti recidive e riacutizzazioni dello stesso. Il restante 15% può andare incontro invece a quadri cronici che perdurano per oltre un anno.

ALTRE CONDIZIONI CHE POSSONO PORTARE DOLORE AL GOMITO:
– Problematiche articolari al gomito
– Problematiche al nervo radiale
– dolore dovuto ad alterazioni al rachide cervicale o toracico

Queste condizioni possono unirsi alla degenerazione tendinea complicando il quadro. Ecco perchè l’epicondilite è una problematica ostica da contrastare.

LINEE GUIDA ED ASPETTI PRATICI DA SEGUIRE

• Se il dolore laterali al gomito è presente da poche settimane (6-12) , in assenza di problematiche al gomito passate e in risposta ad un carico funzionale nuovo ( programma di allenamento più pesante, lavoro o movimenti quotidiani fuori dall’ordinario) è consigliabile una gestione in automatico. I primi giorni sono caratterizzati da una fase acuta, dove il dolore sarà presente nella quotidianità (come nei movimenti per afferrare oggetti, muovere il mouse). In questa fase sarà sicuramente utile un periodo di riposo, l’uso di ghiaccio, antiinfiammatori, tecniche di automassaggio per rilassare la muscolatura interessata e, dove possibile, ricalibrare l’attività lavorativa. Il rientro all’attività dovrà essere graduale, evitando movimenti o attività che evochino dolore o lo peggiorino.
• Se il dolore laterali al gomito è presente da più di tre mesi, e se soprattutto è cronico e presente da più di un anno, è fondamentale la collaborazione con figure del campo medico e fisioterapico. Per quanto riguarda la palestra sarà necessario allenarsi “attorno” al dolore non sovraccaricando il gomito colpito e dando tempo di agire ai provvedimenti terapeutici.

Reference:

FITNESS POSTURALE – ANDREA RONCARI

Alessandro Magnoni

Laureato in scienze motorie sportive e della salute

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